CAVANA':PSICOFARMACI E VIOLENZE, FERMATE QUELLE COMUNITA' PER MINORI

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LA DENUNCIA: "SHMUELI, ARRESTATO E LIBERATO, 4 CENTRI OPERATIVI".

(DIRE) Roma, 12 mag. - Una vicenda terribile, che coinvolge decine di bambini e ragazzi e che purtroppo non ha ancora conosciuto la parola fine. E' quella della Comunita' Cavana' di Pellegrino Parmense, struttura di accoglienza e cura per minori e giovani adulti coinvolta in un'inchiesta giudiziaria per i metodi e gli abusi che sarebbero stati perpetrati al suo interno dal personale della struttura. Lo scorso aprile, il sindaco di Pellegrino Parmense, Roberto Ventura, ha revocato l'autorizzazione alla comunita' terapeutica. L'attivita' di assistenza sanitaria e sociale viene garantita ai soli ospiti attualmente presenti (con la supervisione dell'Ausl di Parma e dell'Asp 'Rossi Sidoli') ma per i ragazzi saranno cercate nuove soluzioni entro i prossimi 30 giorni.

La decisione del primo cittadino del comune parmense e' arrivata lo scorso 24 aprile dopo l'inchiesta giudiziaria che aveva portato agli arresti domiciliari il direttore sanitario della comunita', Ron Shmueli, 55 anni, psichiatra israeliano naturalizzato genovese, con l'accusa di maltrattamenti che avrebbero causato lesioni ai giovani ospiti. L'inchiesta era partita a seguito della denuncia di uno dei ragazzi che aveva lavorato come operatore all'interno della comunita' Cavana' ed era rimasto sconvolto dai metodi adottati dal personale della struttura verso i pazienti con problemi psichiatrici anche gravi in essa ospitati.

Indagati anche sette collaboratori di Shmueli. Qualche giorno dopo, il provvedimento degli arresti domiciliari nei confronti di Schmueli viene revocato. Ed e' a partire da questa ulteriore decisione della magistratura che parla Alfonso Frassanito, presidente di "Ioso'Carmela", associazione impegnata nella difesa dei diritti delle persone con problemi psichici ospitati in alcune comunita' che spesso adottano metodi "poco ortodossi" nell'assistenza. L'associazione ha collaborato a far emergere l'inchiesta che ha portato poi al provvedimento di arresto del direttore sanitario di Cavana'.

"Schmueli, che e' il principale accusato dai familiari di alcuni ragazzi ospitati nella struttura- denuncia Frassanito- e' ora di nuovo a piede libero. Come associazione ci chiediamo come sia possibile che questo psichiatra sul quale pendono accuse cosi' gravi sia gia' fuori e pronto a operare ancora". Frassanito sottolinea che alle dipendenze di Schmueli ci sono almeno altre 4 strutture che finora non sono state minimanente coinvolte in accertamenti o provvedimenti di ispezione. "Il problema e' che la 'liberazione' di Cavana' non e' sufficiente- sottolinea- Ci sono almeno altri 4 centri attivi tra Genova, Parma e Reggio Emilia, che fanno sempre a capo a questo individuo da un punto di vista sanitario e nei quali si continua tranquillamente ad operare".

Schmueli, insiste Frassanito, "e' uno psichiatra che ha delle coperture non chiare alle spalle. "Sospettiamo- afferma Frassanito- che molti degli infermieri che operano nelle strutture siano persone prive di qualsiasi professionalita'. Molti sono persone straniere che non possiedono la qualifica di infermieri e che quindi trattano con malati psichici senza avere la minima idea di che tipo di assistenza queste persone hanno bisogno".

Il presidente dell'associazione 'Ioso'Carmela' tiene a sottolineare la gravita' delle testimonianze che la sua associazione ha raccolto: "Ci sono ragazzi ospitati nella struttura- sottolinea- che venivano costretti ad assumere quella che veniva definita all'interno della comunita' come 'fialatura', un non meglio specificato cocktail di psicofarmaci che, e questa e' la cosa ancora piu' grave, diventava una vera e propria punizione nel caso in cui i ragazzi si comportassero male".

Ovviamente, continua Frassanito, "i ragazzi non avevano idea di che tipo di psicofarmaci stessero assumendo ne' nessuno si prendeva la briga di informarli su quello che dovevano prendere". La verita', prosegue, "e' che molti genitori hanno persino paura di parlare e ultimamente alcune famiglie si sono addirittura tirate indietro probabilmente perche' hanno subito delle pressioni da qualcuno".

Eppure, prosegue il presidente dell'associazione, "la situazione continua ad essere grave. Abbiamo circa 15 bambini in ognuno di questi centri, di eta' compresa tra i 9-10 anni fino verso oltre la maggiore eta'. Come gia' detto, le succursali di Cavana' continuano a lavorare come se niente fosse. Una situazione paradossale che cela appoggi politici e interessi enormi difficili da districare".

Le comunita' tuttora attive sono quelle di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, quelle di 'Le Ali' e 'La Vela' in provincia di Genova e quella di Betonia, in provincia di Parma. A proposito di Cavana', l'unica comunita' chiusa per l'inchiesta, Frassanito racconta di aver avuto notizia di "percosse fisiche e violenze. Una ragazza e' stata costretta ad assumere la cosiddetta 'fialatura' e a restare in piedi malgrado non fosse in grado di farlo. Addirittura- continua- ci risulta un ragazzo morto in circostanze misteriose, mentre l'operatore che ha avuto il coraggio di denunciare gli abusi viene ora accusato dai dirigenti del centro di essere un drogato che spacciava all'interno di Cavana'". Il punto e': "Cosa vogliamo fare con i bambini che sono ospitati nelle altre strutture che dipendono da questo discusso psichiatra israeliano? Le autorita'- conclude Frassanito- intendono mandare accertamenti e ispezioni oppure vogliamo aspettare anche la' che passino due anni senza che nessuno intervenga?".

12 MAGGIO 2009

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