A Milano il 60% dei bimbi è a rischio povertà


Secondo una ricerca della Provincia di Milano, nella metropoli lombarda sei bambini su 10 vivono in condizioni precarie.



A Milano e provincia il 60% dei bambini in età prescolare vive in una famiglia la cui condizione economica è caratterizzata da “fatica e fragilità ed è quindi più esposta al rischio povertà”. È quanto emerge dalla Seconda Relazione Sociale della Provincia di Milano, condotta dall’Istituto per la Ricerca Sociale e dell’Università Bocconi e focalizzata sulla prima infanzia.

Stando ai dati relativi al 2009, il 60% degli oltre 227mila bambini in età prescolare che vivono a Milano e nell’hinterland sono figli di un lavoratore dipendente, il cui stipendio è l’unica fonte di reddito familiare, e abitano in affitto o in una casa di proprietà acquistata attraverso un mutuo. Una situazione che rende difficile il risparmio e aumenta la fragilità delle famiglie di fronte alle spese quotidiane e agli imprevisti, ed è acuita dalla fase critica del mercato del lavoro.

Una condizione di disagio più grave riguarda il 10% per cento dei bambini sotto i sei anni. Si tratta di figli di genitori soli, con lavoro precario e instabile, o di immigrati non ancora integrati nel tessuto economico e sociale, il cui reddito complessivo, inferiore ai 14 mila euro annui, non è sufficiente a coprire i consumi necessari, che per quasi i due terzi sono destinati alla casa e all’alimentazione.

A Milano e provincia, insomma, crescono con “risorse adeguate” solo il 20% dei bambini sotto i sei anni, figli di lavoratori dipendenti, in cui entrambi i genitori lavorano oppure l’unico con un reddito è un quadro o un dirigente. E il 10% poi vive in una condizione di «agio florido»: si tratta dei figli di lavoratori autonomi o imprenditori, che vivono in case di proprietà in zone centrali o residenziali e spendono un quarto del reddito per il tempo libero e lo svago.Se le famiglie appartenenti a queste ultime due categorie non hanno risentito della crisi, è in aumento il tasso di vulnerabilità dei nuclei familiari con figli piccoli appartenenti alle fasce intermedie, che non hanno finora sperimentato forme evidenti di disagio ma rischiano di andarvi incontro. Secondo quanto emerge dallo studio, soprattutto le giovani coppie con figli piccoli, che scontano bassi livelli retributivi, forme contrattuali atipiche, un mercato della casa ingessato, devono far ricorso alle risorse messe a disposizione dalla famiglia di provenienza, che riveste un ruolo cruciale nella determinazione del livello di benessere.


24 maggio 2010

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