Reggio Emilia, Pedofilia: condannato a sette anni, neppure un giorno di carcere


«Pedofilia, una sentenza spaventosa»

«Sono rimasto scandalizzato per la decisione assunta dal giudice del tribunale di sorveglianza di Bologna, che non tiene in alcuna considerazione i giusti diritti delle parti offese. Tanto più che il giovane condannato non ha mai fatto dichiarazioni di scuse o di perdono, si è dichiarato nullatenente e finora non ha versato nulla alle parti lese, neppure le provvisionali». Questo è lo sfogo amaro dell’avvocato reggiano Marco Scarpati, che nel processo contro Matteo Cantoni, 35 anni, ex commesso in una videoteca cittadina, rappresentava la parte civile di tre minorenni, coinvolti nella vicenda. Matteo Cantoni fu arrestato quattro anni fa per gli abusi sessuali compiuti su quattro ragazzini - fra i 13 e i 14 anni - adescati nel circolo «Magic House» di cui era presidente. L’ex commesso non ha mai trascorso un intero giorno in carcere: è uscito poche ore dopo, senza neanche trascorrervi la notte. La Corte di Cassazione nel luglio scorso ha confermato la condanna a 7 anni di reclusione. Il pedofilo sconterà il residuo di pena - circa tre anni - in affidamento in prova ai servizi sociali, come ha deciso il giudice di sorveglianza di Bologna, su istanza del legale che assiste il 35enne. La competenza sul caso del magistrato bolognese è legata alla sentenza di condanna in appello che è divenuta definitiva e in cui si contesta a Matteo Cantoni l’induzione alla prostituzione. «Ritengo che il carcere - conclude Scarpati - non fosse una misura particolarmente crudele per il condannato. Anche perché alcuni dei ragazzi adescati hanno smesso di andare a scuola per i turbamenti subìti».

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