Pedofilia:Le statistiche del delirio

http://mayraglouis.files.wordpress.com/2007/11/ombra-volante.jpg

Note di Roberta Lerici: di seguito troverete alcuni link, a completamento di questo articolo.

Statistiche Unicef giugno 2009:Minori: Unicef, 223 mln vittime abusi

Pedofilia:Le statistiche del delirio

dal sito: http://viaggionelsilenzio.ilcannocchiale.it/post/2263503.html

di Vania Lucia Gaito

Un avvenimento degli ultimi giorni ha suscitato un certo scalpore. L'avvenimento in questione ha per protagonista Marco Casonato, docente di Psicologia dinamica all’università di Milano-Bicocca. Casonato è stato l'organizzatore di un convegno tenutosi a Milano dal 20 al 22 maggio dal titolo "Abusi, falsi abusi e scienze forensi". In tale contesto, Casonato commentava un dato diffuso dalla Società di Psicologia Giuridica, che attesta che, delle denunce per violenze ai minori, il 96% riguarda falsi abusi. L'esimio docente parla di psicosi collettiva, mettendola in correlazione con diverse cause, tra le quali "Un certo modello di cultura femminista" sostiene "che vede l’uomo come un essere intrinsecamente pericoloso per le donne e i bambini”. Non contento, bersaglia anche le famiglie, ritenute responsabili della mancata sorveglianza dei propri figli: "Chiaro che se il figlio viene lasciato solo davanti al computer, davanti la televisione o in mezzo alla strada le probabilità che gli succeda qualcosa sono più elevate”.

Tralasciando l'ovvietà di alcune sentenziose affermazioni, è legittimo chiedersi da quali fonti sia stato tratto il dato in esame. Tale dato emerge da un convegno tenutosi a Roma il 18 maggio, su "La Testimonianza del minore in un giusto processo" e fa seguito ad una delibera dell'11 marzo 2009 della Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane, che punta il dito contro la negazione del diritto al giusto processo nei confronti di indagati e imputati coinvolti nei processi per abusi sui minori. Sotto accusa anche gli inquirenti, rei di condurre "indagini improvvisate", e ovviamente i consulenti psicologi, rei di avere dubbia competenza, dubbia professionalità e di utilizzare tecniche di ascolto del minore di natura induttiva e suggestiva.

Un polverone inutile, alla luce del fatto che già le sentenze di Corte di Cassazione avevano posto l'accento sulla necessità di una rigorosa circospezione nell'acquisizione della prova riguardante le dichiarazioni di minori e di bambini, poichè una certa politica televisiva tende a ingenerare in "molti genitori la convinzione dell'esistenza di pericoli anche dove non ci sono". (CASSAZIONE PENALE, Sezione III, Sentenza n. 35224 del 21/09/2007)Tuttavia, la stessa sentenza afferma che i bambini che, anche in tenera età, dichiarano di aver subito abusi sessuali possono essere una valida fonte di prova e le dichiarazioni dei genitori sui fatti loro riferiti dai figli hanno il peso di una testimonianza.

E' importante sottolineare che tra gli oratori del convegno romano c'era anche Luisella De Cataldo Neuburger, psicologa, avvocato e consulente della difesa nel processo sui presunti abusi nella scuola materna di Rignano Flaminio . Per intenderci: il processo in cui "non c'è traccia di niente", secondo la signora in questione, mentre si affastellano le testimonianze di una ventina di bambini che raccontano di giochi "cattivissimi", di penetrazioni anali e vaginali, di fotografie e anche molto di peggio.

Tra i relatori anche Cataldo Intrieri, difensore di Riccardo Bianchini Riccardi nel processo per il crac Cirio (all'epoca Bianchini era amministratore Eurolat), e sempre di Bianchini ma anche di Alfredo Gaetani, presidente della Centrale del latte, nel processo per il crac Parmalat.

Altro relatore, l'avvocato Guglielmo Gulotta, conosciuto anche per aver assistito Antonio Aldo Sodaro, l’ex primario dell’Ospedale San Pietro di Roma accusato di abusi sessuali sulle sue pazienti anoressiche durante le sedute di ipnosi e condannato in appello a 5 anni e mezzo, oltre che per aver assistito un assicuratore di Trieste condannato a sei anni e mezzo, lo scorso novembre, per abusi sulla figlia di quattro anni.

Ospite al convegno, per esprimere il contributo della politica, l'ex legale di Berlusconi, Gaetano Pecorella, imputato per favoreggiamento del neonazista Zorzi, suo cliente, a sua volta imputato per la strage di piazza della Loggia.

Insomma, una sfilza di gente che con le vittime non ha mai avuto nulla a che fare, se non avendole come controparte in tribunale. Non fa specie, quindi, che un fermissimo ed entusiasta sostenitore del convegno e della delibera della Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane sia Vittorio Apolloni, fondatore del Centro documentazione Falsi abusi, l'associazione che ha distribuito nelle scuole di Brescia, Torino e Rignano Flaminio un delirante vademecum con le 10 regole per non beccarsi una denuncia per abuso sessuale.
A sentire Apolloni, sono falsi quasi tutti i casi di abusi sessuali denunciati: i bambini mentono, i genitori sono isterici, le indagini inattendibili, gli psicologi sono incompetenti. E' intervenuto in tutti i casi legati alle scuole materne, da Brescia a Rignano Flaminio, sostenedo sempre l'innocenza degli imputati. A sentir lui, insomma, siamo tutti una massa di psicotici ossessionati dall'idea della pedofilia, mentre invece la pedofilia non esiste. Strano, non si diceva lo stesso della mafia e poi saltarono in aria Falcone e Borsellino?

Ma Vittorio Apolloni ha una buona, anzi, un'ottima ragione per sostenere quanto afferma. La ragione si chiama Valerio. Valerio è suo figlio, condannato in appello a due anni e dieci mesi di carcere e a 100.000 euro di risarcimento alle famiglie di due bambini, un maschio e una femmina, vittime di abusi, avvenuti nella scuola materna «Bovetti» di La Loggia. Per i giudici, responsabili di quegli abusi sono Valerio Apolloni, presidente dell'ente morale che all'epoca gestiva la scuola, e Vanda Ballario, ex direttrice dell'istituto.

"La clamorosa vicenda dell'asilo Bovetti prende il via nel gennaio del 2001 quando i due educatori vengono arrestati. Ad accusare il presidente e la direttrice didattica sono i genitori di un bimbo e di una piccola che frequentano da pochi mesi l' asilo. I due educatori sono accusati di appartarsi spesso con un gruppo di scolari nella stanza della direttrice" racconta Repubblica "Gli inquirenti, sollecitati da una denuncia dei genitori, ricostruiscono anche la personalità dei due arrestati. La loro attenzione è puntata sul passato dell' uomo, che qualche anno prima sarebbe stato allontanato in modo sbrigativo dall' oratorio che frequentava."

Nella sentenza di appello che condanna Apolloni si legge: “[…] nella letteratura di un certo peso dottrinario non è agevole pensare a quei piccoli come a piccole persone capaci di sofisticate bugie e fantasticherie, perché la regola è che un bambino di quell’età è strutturalmente incapace di occultare o riprodurre falsamente i fatti di queste sue prime esperienze […]”. I bambini di quell'età, insomma, non sono in grado di raccontare cose che non hanno mai vissuto. Ed è alla luce di quest'ultima affermazione che si devono leggere le testimonianze dei due bambini abusati.

I genitori della bambina avevano appreso degli abusi subiti dalla piccola in modo raggelante: la bambina “…era poi andata nel lettone tra i genitori ed aveva preso a spalmare la propria saliva sul viso del padre. Al rimprovero di quest’ultimo la bimba aveva detto: “Questa non è la saliva… è la crema… quella che si mette in bocca e si ingoia”. La madre le aveva chiesto chi le avesse insegnato questo gioco e la bimba aveva risposto ”La signora dei gialli (i gialli è il colore della sezione)”. La madre “Da dove la prende questa crema? Bimba: “Dal pistolino di VALERIO, è dolce e non brucia”.

"Come sottolineato anche durante il processo, il linguaggio usato dalla bambina, la gestualità, le emozioni connesse appaiono compatibili con l’aver vissuto personalmente esperienze sessuali di tipo adulto. Il linguaggio utilizzato ha modalità infantili, è imperfetto, a volte confuso, la gestualità spontanea e non controllata. Nelle false rivelazioni invece compare una stereotipia particolare ed il racconto appare come una lezione imparata a memoria, con connotazione emotiva spenta o incongrua.
Un altro passaggio, fa emergere analoghe considerazioni:
"Psicologa: “Facciamo finta che è una macchina fotografica”
BAMBINO si tira giù i pantaloni e le mutandine, si mette in posa con le braccia aperte, quasi una danza poi dice “Anche così”, prende il pene con le mani e lo mostra, fa alcune pose muovendo le braccia. […] La comunicazione gestuale di BAMBINO che si mette in posa, tira giù le mutandine, esibisce il pene, attende il clic della macchina fotografica, appare fortemente sintomatica di un’esperienza realmente vissuta."

Resta inoltre un interrogativo. Perchè, nel corso di questo convegno non è stato mai ricordato che sono migliaia i casi di abuso che non vengono mai neppure denunciati? Perchè non è mai stato posto l'accento sulla gravità di un fenomeno in dilagante espansione e si è tentato invece di propugnare la teoria secondo cui ci sarebbe addirittura una diminuzione dei casi di abuso sessuale?

E' vero che esistono alcune denunce di abusi che si rivelano false, come nel caso riportato anche in Viaggio nel silenzio. Tuttavia è necessario operare un casi denunciati non equivalgono ai casi di abuso. La stragrande maggioranza degli abusi non viene mai denunciata. Com'è possibile dunque anche solo pensare di poter fare una statistica di una qualche validità?

L'abuso non è un reato commesso in pubblico, ma in privato. Non è come una rapina. Non ci sono mai testimoni. Il testimone è il bambino stesso, la vittima stessa, che spesso è troppo piccolo anche per riuscire a verbalizzare adeguatamente quanto ha vissuto. Perchè la capacità di raccontare di un bambino non è la stessa di quella degli adulti. La capacità di dare una sequenza temporale agli avvenimenti, per esempio, è un'abilità che i bambini cominciano ad acquisire solo intorno agli otto o nove anni.
Le testimonianze di questi bambini, dunque, devono essere valutate alla luce delle loro capacità comunicative, non in base ad astratti stereotipi da tribunale. Devono essere gli adulti, ad adeguarsi a loro, a capire.
Questi adulti assai meno credibili dei bambini.

Alle maestre accusate consigliai:"nessun contatto con i genitori"

COMITATO SCIENTIFICO SOCIETA' DI PSICOLOGIA GIURIDICA

RIGUARDO La delibera dell'UCPI, vero "motore" dei due convegni sopra citati, me ne sono già occupata e se ne sono già occupati diversi esperti ed autorevoli istituzioni dandone un giudizio negativo. Qui i commenti (Il testo della delibera è contenuto negli articoli):

Abusi e testimonianza del minore/ Reazioni Delibera UCPI: la "tutela degli adulti" accusati dai bambini

LERICI, ( IDV): LA TUTELA DEGLI ADULTI NEI PROCESSI PER ABUSI SUI MINORI FALSO PROBLEMA

MINORI. ABUSI, CAMERE MINORILI: GARANZIE E ALBO TUTORI-DIFENSORI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI, LE PROPOSTE DELL'UNIONE NAZIONALE.

0 commenti: